www.carloprati.com / guest / saverio siciliano:... la trilogia del surf_2  
Architecture

Novels

case n°1 :.... -scape/ rbma :.... vai

case n°2 :.... Gomes Mota & Appolloni/folha :.... vai

case n°2 :.... Chiara Mezzalama / Ostia mon amour :.... vai

case n°3:.... Francesca Patrizi / diario angolano (1) :.... vai

 

Saverio Siciliano Noche buena panamegna

 

 

Il viaggio continua: spinti dalle possenti ed imprevedibili onde del destino grazie all'ultimo racconto di Sal ci sposteremo da Panama city fino all'arcipelago caraibico di Bocas del Toro al confine con il Costa Rica dove incontreremo Pochito "il gigante", Kinga con il suo flow " castillano/romano" e Rose, la viaggiatrice creola. Il mare accoglierà le nostre tavole che su di esso scivoleranno come rugiada sulle foglie.

Le Animazioni che si insinuano tra le pieghe del racconto sono mie, con il cuore rivolto aW.G. Sebald ed alle sue vertigini di viaggio

 

 

Il 30 Dicembre parto da caracas per Panama. All'aereoporto Simon Bolivar manca quasi tutto a causa del "paro" che sta paralizzando il paese da piu' di un mese contro Hugo Chavez. (In realta' durante la permanenza in venezuela con mio padre e Daria non abbiamo avuto problemi, eccetto un assalto da parte di Chavisti nel traffico . Ci siamo trovati bloccati ed abbiamo visto i nuclei bolivariani gettarsi con spranghe di ferro colpendo l'auto di fronte a noi. Ho subito gridato a mio padre di telare, e lui rimanendo freddo ha imboccato la rampa contromano e cosi'
ci siamo salvati).

Arrivo a Panama City nel tardo pomeriggio e trovo Fedino sorridente con una camicia blue con pesci bianchi ad aspettarmi. Ha contrattato un tassista e caricati i bagagli partiamo per la stazione degli autobus. Attraversando la citta' rimango sorpreso dalla somiglianza con Honolulu, quasi non sembra America latina, moderni grattacieli, pulizia e segni della ricchezza portata dal canale a dal free trading. Arriviamo al terminal dei pullmann e ci imbarchiamo dopo aver cenato e bevuto Cerveza Soberana con destino il paesino di Almirante, da dove andremo in lancia all'arcipelago di Bocas del Toro, al confine colla Costarica.

Nel pullmann fa un freddo cane, per contrastare il naturale caldo umido tengono l'aria condizionata a palla, tantoche Fedino verso l'alba si alza e chiede all'autista di spegnerla. Arriviamo ad Almirante all'alba con leggera pioggia, un taxi ci porta al molo e da li' paghiamo 2$ per farci traghettare all'isola principale di Bocas. Il tragitto e' molto bello, il sole si alza e ci offre uno spettacolo magnifico delle isolette con mangrovie tipiche del Caribe, cormorani che volano a pelo d'acqua etc etc. Arriviamo che saranno le 7 e decidiamo di fermarci a fare colazione, io resto coi bagagli e Fede cerca alloggio. Al bar ci sono un paio di gringos, ragazzi israeliani (la maggiore comunita' economica con i chinos arrivati per lavorare al canale) e locali. Dopo un po' Fedino torna vittorioso e prendiamo alloggio in una bella stanza con veranda sul mare. Costo 20dollari a nite.

Lasciati i bagagli decidiamo di affittare 2 mountain bike per lagiornata ed esplorare la parte selvaggia dell'isola, io affitto anche una tavola, so di trovare dalla web onde tipo indonesia. Ci incamminiamo pedalando io colla tavola sottobraccio e vediamo il paesino di Bocas popolarsi piano piano, sembra per lo piu' una comunita' surfista-ecologica, molti gringos ma perlopiu' giovani panamenos. Pedaliamo lungo la costa su sterrato attraversando pozze e zone sabbiose lente dove a volte cadiamo e ridiamo. Dopo un'oretta arriviamo ad un primo break dove serfano 5 giovani della florida. Le onde sono davvero 6-8 piedi destre e sinistre perfette, rompono su reef che sembra profondo, con acqua tiepida azzurro chiaro -condizioni perfette. Intervisto i ragazzi che mi dicono di usare booties perche' il corallo ed i ricci entrando tagliano i piedi che e' una bellezza. Non avendo i booties procediamo, io a malincuore, ci dicono che avanti c'e' un famoso beach-breack (fondale sabbioso) che ricorda Waimea Bay. Sulla strada un locale (amichevole come tutti i panameni) mi dice di chiedere di Kinga per cibo e cerveza, l'unico ad abitare qualla parte dell'isola. Arriviamo ad uno spiaggione molto bello con palme ed onde grosse ma rotte dal vento. Io faccio per entrare ma un grosso serfista locale ci chiama da lontano. Io e fede ci avviciniamo a questo gigante e lui affabilmente ci dice che meglio non mettersi li' se non vogliamo affogare. Sta con 3 pischelle, 2 panamegne ed una cubana, tutte e tre carine, moooolto carine (Freddi e' gia' ipnotizzato). Pocito, cosi' si chiama il gigante surfista, ci invita ad unirci al gruppo. Le ragazzesono oltre ad essere carine molto simpatiche, una e' pure una modella. La casa di Kinga e' la' vicino e decidiamo di prendere birre. Con Pochito andiamo a conoscere Kinga. Invece troviamo una mamma romana, in vacanza dalla figlia, dato che la sposa di Kinga e' di Torre Maura. Kinga e' un Bob Marley surfista che parla in romano/castellano, anche lui simpaticissimo. Decidiamo di mangiare da kinga con tutto il gruppo e la ragazza ci fa pescado e riso con cocco su un tavolo di legno sotto le palme: birre ghiacciate e bella compagnia, questa si' che e' vita. Dopo pranzo Pochito e le pischelle se ne vanno col Mitsubishi colle tavole sopra, ci diamo appuntamento per la sera, ed io e Fedino rimaniamo colle nostre bighe. Quasi ce ne stiamo andando quando Kinga ci grida d'aspettare ed arrivato con uno spino in bocca ci chiede se fumiamo mentre tita fuori un sacchetto che si sono dimenticati degli argentini li', ci vuole regalare il tutto, io gli dico di no ma fedino che e' piu' sveglio prende una carta e involta la meta'. Grazie di cuore King o' the bongo!

Ritornando in paese ridiamo e cadiamo piu' che mai, felici perche' il primo giorno abbiamo trovato gia' tutto, pischelle, amici, erba e onde da paura. Decidiamo di fare una pennica perche' e' il 31 e viene la noche buena. La sera arriva, mangiamo benissimo da Alberto, un sardo simpatico che fa uno spaghetto allo scoglio con langostinos a prezzo modico, poi andiamo in piazza dove tutti i giovani si riuniscono a fumare e tirare i botti. Riincontriamo le pischelle e beviamo champagne por la calle insieme e da li' andiamo all' unico locale del posto "el barco hundido" una disco su palafitte sopra una barca affondata che di notte illuminano e ci si vedono i pesci entrare dentro. Balliamo, beviamo e parliamo con tutti. Io ad un certo punto passo accanto ad una ragazza nera cogli occhi verdi, siccome e' gremito le passo accanto e la sfioro e sento che lei mi accarezza il braccio peloso passando. Balliamo assieme stretti e sento il suo piacevole alito di rhum che mi riscalda e mi sento felice.

Si chiama Rose, e' belga di padre e del congo di madre e sta viaggiando per 8 mesi per l'america latina. Simpatica, piu' alta di me, cogli occhi assonnati e le treccine rasta; vive a Bruxelles e parla il fiammingo. La rincontrero' per caso all' aereoporto di Caracas nel viaggio di ritorno.


Saverio Siciliano >> La trilogia del surf

capitolo_1 I oriente estremo I capitolo_3 I The sunday I learned to surf